Prendo spunto dal mio intervento di ieri sera su Radio Deejay alla trasmissione Dee Notte per sintetizzare alcuni consigli che possano essere d’aiuto nell’aprire una riflessione sulle relazioni di coppia in cui uno dei due partner è dominato dall’impulso a controllare lo smartphone del/della compagno/a.

Quali sono le motivazioni dietro un comportamento così comune? C’è sempre qualcosa di patologico? Quali possono essere le conseguenze? Perché alcune persone non riescono proprio a smettere? Quando chiedere aiuto?

Per rispondere a queste domande possiamo partire da alcune premesse:

Il bisogno di controllare il telefono del partner, la sua email, i suoi spostamenti nasce spesso nel sospetto che qualcosa venga nascosto, questo sospetto spesso è associato a sensazioni di confusione, inquietudine, a cui si cerca di dare un significato. Talvolta, queste sensazioni prendono la forma della paura che il nostro/la nostra partner abbia una relazione con qualcun altro. Altre volte che stia nascondendo altre attività spesso considerate dannose, come fumare, giocare d’azzardo, usare sostanze, fare debiti o problemi di salute. Bisogna anche considerare che nella maggioranza dei casi la vita segreta del nostro partner riguarda attività più piacevoli e innocue.

Tra le attività segrete, le relazioni extraconiugali sono spesso sentite come molto pericolose per l’esistenza stessa della relazione, anche se le statistiche contraddicono questa idea. Ovviamente, le relazioni extraconiugali possono rappresentare una minaccia alla relazione di coppia e causare quindi la sofferenza di uno o entrambi i partner. La relazione di coppia è a tutti gli effetti una relazione d’attaccamento, ovvero la base per lo sviluppo del senso di sé e dell’equilibrio mentale individuale, perciò le minacce di separazione attivano immediatamente un senso di allarme. Le statistiche però ci dicono che solo il 25% dei divorzi sono causati dalle relazioni extraconiugali e che nella maggior parte dei casi l’infedeltà non rappresenta una causa di rottura della relazione, ma solo una minaccia. In seguito alle relazioni extraconiugali, infatti, si aprono delle crisi che possono anche condurre ad un miglioramento del rapporto di coppia.

RIPRISTINARE UN SENSO DI FIDUCIA

Il bisogno di controllare il partner, conoscerlo più a fondo, comprendere le ragioni del suo comportamento, le motivazioni, i sentimenti, può far parte di un normale processo in cui viene ristabilito un rapporto di fiducia che ha subito qualche rottura. Può rappresentare un momento di crescita, e di maggior comprensione reciproca nella coppia. La capacità di sostenere e perdonare il partner inoltre, è una funzione complessa da acquisire, che matura con l’età (più difficile per le coppie giovani), ma è una funzione chiave per il rafforzamento di una relazione di attaccamento intima, vitale e sicura. Questo processo è possibile solo se si è disposti ad accettare che il nostro partner sia una persona che cambia nel tempo, che ha molteplici bisogni, alcuni dei quali talvolta non possono essere risolti all’interno della relazione a due. Per accedere a questa comprensione dell’altro è necessario lavorare sul livello di comprensione empatica nella relazione di coppia. Spiare il partner o il suo smartphone, controllare le sue relazioni può anche rappresentare il desiderio di conoscerlo, comprenderlo più profondamente, empatizzare con i suoi sentimenti, le sue emozioni e sostenerlo nella scoperta dei suoi bisogni, mentre nel contempo chi spia può conoscere qualcosa di sé attraverso una immersione empatica nell’esperienza dell’altro.

RIPRISTINARE UNA RAPPRESENTAZIONE IDEALIZZATA

Molto spesso la relazione extraconiugale implica la trasgressione a norme culturali e aspettative profondamente radicate in convinzioni precise su come dovrebbero esattamente svolgersi i ruoli all’interno della relazione di coppia.  Qualche volta l’infedeltà rappresenta una violazione delle regole della comunità di appartenenza ed è in riferimento a questi significati sociali prestabiliti che vengono elaborate le reazioni di chi viene tradito e di chi ha avuto una relazione extraconiugale. Il termine stesso di “tradimento” implica una valutazione moralistica, che non sembra necessitare di ulteriori spiegazioni o approfondimenti. Per queste persone il tradimento rappresenta un “fatto” autoevidente, non interpretabile. In questi casi il senso di colpa guida l’evoluzione delle dinamiche interpersonali, il bisogno di punizione di chi ha tradito è complementare al bisogno di punire di chi ha subito la trasgressione. Molto spesso le persone che hanno reazioni più estreme davanti alla scoperta dell’infedeltà del partner sono quelle che si sono sempre considerate nel ruolo masochistico di chi dava di più nella relazione, di chi chiedeva meno e si sacrificava maggiormente nella vita di coppia. Di conseguenza la relazione extraconiugale viene interpretata in modo più moralistico e permette rapidamente alla vittima di assumere la posizione complementare di carnefice.  Il comportamento di controllo dello smartphone in questi casi è un comportamento sadico, basato sul diritto a punire, vendicarsi. Inoltre, le normative sociali, le leggi, gettano la coppia in una dinamica sadomasochistica gestita attraverso la complementarietà scissa e reversibile dei ruoli di vittima e carnefice, da cui diventa difficile uscire da soli. Il diritto al controllo che viene acquisito con il ruolo di vittima è sostenuto dalla cultura di riferimento, inclusi amici e parenti (talvolta anche dagli avvocati). La conflittualità tra i partner può entrare in una spirale crescente di aggressioni e vendette, in cui il controllo attraverso lo smartphone, i servizi web o agenzie di indagine, aumenta il rischio di arrivare a procurarsi vere e proprie esperienze traumatiche.

VOYEURISMO ED ECCITAZIONE

La scoperta della relazione extraconiugale o il sospetto dell’infedeltà del partner sono accompagnate da diverse esperienze affettive.  All’interno del range di queste esperienze emotive, alcune sono espresse apertamente e sono altrettanto spesso consapevoli, ad esempio la gelosia, la rabbia, l’ansia, altre invece possono essere più difficili da riconoscere, come per esempio: la paura, la tristezza, il senso di abbandono, ma anche l’eccitazione, la tensione drammatica, il senso di trionfo, il sollievo. Tra queste l’eccitazione e il piacere voyeuristico sono spesso associate al desiderio di conoscere la relazione extraconiugale del partner, nei dettagli più intimi, segreti, sporchi e vergognosi. L’attivazione rispetto a questi contenuti riguarda un mix di tensione, dramma ed eccitazione, talvolta carico di attenzioni pornografiche. Il partner (talvolta segretamente compiacente) viene costretto a spogliarsi, denudarsi di ogni maschera, viene esplorato in ogni parte più segreta. Attraverso il suo smartphone è possibile accedere indirettamente a materiale esplicito, messaggi di testo spinti, foto e video che eccitano e angosciano nello stesso tempo. Sono esperienze complesse, che solo raramente arrivano ad essere ammesse come  correlate a vere e proprie fantasie masturbatorie.  Qualche volta il partner è un complice che dissemina di “prove” la casa, in un apparente comportamento esibizionistico complementare a quello voyeuristico, in cui la fantasia erotica è attivata dal rischio di essere scoperti “beccati”. Il partner infedele fornisce materiale per questo genere di gioco erotico inconsapevole. Molto spesso, l’infedeltà rappresenta materiale per lo strutturarsi di trame erotiche dei partner. La fantasia della presenza di un terzo, della promiscuità, della prostituzione o della violenza possono far parte delle normali varianti della sessualità umana, quando vengono comprese e padroneggiate consapevolmente e possono essere oggetto di autoriflessione. Vi è però il rischio che possano attivare esperienze traumatiche, questo rischio aumenta notevolmente quando vengono agite in modo non consapevole e con persone non consenzienti. In questi casi le persone riportano un senso di estraneità rispetto a questi comportamenti che non sono orientati al piacere o al gioco erotico, ma al riemergere di esperienze traumatiche.

MOLTEPLICITA’ INTERNA

All’interno della coppia non si è solo in due, ognuno di noi ha numerose possibilità di essere diverso/a nel rapporto con persone differenti. Il bisogno di ogni partner impegnato in una relazione duratura è quello di avere accanto una persona coerente, mediamente prevedibile, riconoscibile, in modo da sentirsi al sicuro. Nello stesso tempo, gli esseri viventi cambiano e il tentativo di arrestare lo scorrere della vita è causa di numerose forme di sofferenza psicopatologica. All’interno di una coppia in cui vi è un eccesso di rigidità le persone non possono cambiare e si strutturano inevitabilmente aree di frustrazione come sottoprodotto di un eccessivo senso di sicurezza, che può essere percepito come una gabbia. La presenza di aspetti sconosciuti del partner, che qualche volta non sono consapevoli neanche in lui/lei, rappresenta un confine rispetto alla zona di comfort della relazione. Al di fuori di questo confine vi è lo spazio per crescere, cambiare, autorealizzarsi in nuove forme. Il cambiamento però attiva paure di abbandono, confusione, perdita di controllo. Attraverso il monitoraggio del telefono del partner qualche volta si esprime il bisogno di congelare la relazione, prevenire ogni possibile mutazione, arrestare un movimento che spesso si sente come inevitabile e incombente. Il bisogno di controllo in questi casi esprime la tendenza a tenere a bada l’emergere di qualcosa di estraneo all’interno della personalità della persona che amiamo. Lasciare che il nostro partner esprima se stesso/a in ogni suo potenzialità, inclusi gli inevitabili errori, comporta dei rischi. Nello stesso tempo l’uscita dai ruoli fissi e dalle interazioni stereotipate della quotidianità dona alla coppia un senso di vitalità.

RIPARARE UN TRAUMA

Qualche volta la scoperta di una relazione extraconiugale può rappresentare un trauma psicologico. Fortunatamente si tratta di una minoranza di situazioni, altrimenti sarebbe un’epidemia. Per alcune persone, che hanno una vulnerabilità maggiore, le circostanze e il momento in cui si viene a scoprire dell’infedeltà del partner possono condurre al formarsi di vere esperienze traumatiche, che conducono allo shock, a stati dissociativi e alla difficoltà a ristabilire un funzionamento adeguato della propria mente. In questi casi possono essere messi in atto comportamenti che appaiono “traumafilici”, ovvero indirizzati alla ripetizione del trauma, tra cui l’esporsi attraverso il controllo dello smartphone a ulteriori scene traumatiche, ampliando la sofferenza, spesso associata a sintomi invalidanti quali insonnia protratta, crisi di panico, sintomi psicosomatici, ossessioni, stati di apatia, confusione. La motivazione dietro questi comportamenti è quella di ristabilire un senso di autocontrollo e padroneggiamento, per ripristinare un senso di sicurezza e equilibrio mentale. Molto spesso questa operazione non è possibile al di fuori di una relazione di attaccamento sicura. Il partner a cui si chiede cura e sostegno per il trauma subito è però la stessa figura da cui si vorrebbe fuggire, che spaventa con il suo comportamento, e le persone rimangono così intrappolate in un paradosso relazionale, senza riuscire ad uscire dalla compulsione a ripetere il trauma. In questo casi è indicato un aiuto psicoterapeutico tempestivo.

 

6 CONSIGLI PER GESTIRE IL BISOGNO DI CONTROLLARE IL PARTNER

Veniamo ora ad un breve elenco di consigli per gestire l’impulso a controllare lo smartphone, l’email, gli spostamenti e la vita segreta del vostro partner. Questi consigli derivano dalle premesse che vi ho presentato, che possiamo riassumere in questo modo:

 

  1. Accettare che il partner possa rimanere per alcuni aspetti sconosciuto

  2. Evitare di assumere una posizione masochistica nella relazione

  3. Rinunciare all’idealizzazione del rapporto di coppia

  4. Accorgersi di eventuali tendenze voyeuristiche e/o esibizionistiche

  5. Controllare il bisogno di punizione e migliorare la comprensione empatica

  6. Ricorrere ad un aiuto professionale nei casi in cui siano riattivate esperienze traumatiche

Nel corso di una Terapia di Coppia vengono spesso affrontati alcuni di questi aspetti, anche se ogni coppia ha delle caratteristiche uniche e ognuno di questi comportamenti deve essere compreso all’interno delle storie personali individuali dei partner e della storia della loro relazione. Inoltre, benché una persona possa comprendere razionalmente che alcuni comportamenti potrebbero essere modificati, molto spesso non è altrettanto semplice trovare un modo per farlo nel rispetto delle motivazioni e dei vissuti soggettivi che soggiaciono dietro i comportamenti. Alcune persone arrivano in terapia pienamente motivate al cambiamento, cionondimeno affrontare il cambiamento spesso implica una ridefinizione di aspetti di sé spesso poco conosciuti, che comportano la simultanea ridefinizione della relazione con gli altri.

Sono stato colpito dalla autoironia e dalla capacità di mettersi in discussione delle persone che sono intervenute alla trasmissione radiofonica e dalla capacita dei Vitiello di trattare con simpatia e umanità vicende complesse che spesso hanno comportato una considerevole sofferenza. L’hanno fatto mettendosi in gioco personalmente per primi, contribuendo in un clima non giudicante ad un dialogo “leggero” sui piccoli/grandi drammi della nostra vita. Potete riascoltare il podcast della trasmissione al seguente link:

Ascolta la puntata del 16 Gennaio 2019