Malcolm & Marie è un film drammatico del 2021 prodotto negli USA e diretto da Sam Levinson, con protagonisti Zendaya Coleman (Marie) e John David Washington (Malcolm). Uscito il 5 Febbraio 2021 ha la durata di 105 minunti. In Italia è stato distribuito da Netflix (contiene spoiler).

Cercherò di evidenziare e discutere brevemente le principali dinamiche psicologiche affrontante dalla coppia durante la crisi raccontata nel film. Non mi occuperò della critica cinematografica. Neppure mi addentrerò nelle riflessioni per definire quanto sia politicamente corretto il film, le sue contraddizioni e la denuncia sociale delle discriminazioni a Hollywood. Questa discussione è basata sulla trama, il dialogo e le emozioni che legano i due protagonisti. Come terapeuta di coppia cercherò di descrivere le fasi del conflitto nel loro susseguirsi momento per momento. Il rincorrersi dei pattern tematici, che vengono ridefiniti ciclicamente. Questa crisi può essere utilizzata come modello per descrivere alcuni processi nel conflitto di coppia.

Il film è ambientato a Los Angeles. Malcolm è un talentuoso regista fidanzato con Marie un’ex attrice che sta attraversando un brutto periodo professionale a causa della sua tossicodipendenza. Dopo aver trascorso la serata insieme i due rientrano a casa in auto. Malcolm ha ricevuto degli ottimi giudizi sul suo lavoro alla presentazione per la prima del suo ultimo film, è molto contento. Marie è stanca, distante, mentre Malcolm vuole festeggiare, lei si isola in bagno. Il film dal titolo “Imane” è stato girato da Malcolm. Tratta del faticoso tentativo di disintossicarsi di una ragazza di nome Imane, interpretata dall’attrice protagonista Taylor. Viene apprezzato dalla critica come una denuncia di un problema politico razziale. Malcolm è felice del suo successo, per ciò che rappresenta nel confronto con le élite culturali dominanti, che in parte disprezza, ma da cui desidera essere compreso e ammirato.

Mentre Malcolm si lamenta del tentativo della critica (e dei critici bianchi) di inquadrare il suo lavoro artistico in chiave politica, ostenta la propria libertà espressiva, Marie cerca di confrontarlo con le sue meschinità, che hanno prodotto questo spirito di rivalsa e lo invita a restare con i piedi per terra, lo confronta con la sua ipocrisia. In due non riescono a comunicare, Malcolm accusa Marie di non essere sincera, di non esserlo stata con nessuno durante la serata. Comincia così una lite tra i due, un tentativo di ritrovare una comprensione reciproca che rapidamente li porta ad aumentare la tensione e produrrà un feroce confronto.

Lo scambio di accuse reciproche viene portato in primo piano a partire dal tema del conflitto tra vita privata e vita pubblica, usato per sostenere la ricerca della verità sull’altro. Le prospettive soggettive segrete, conosciute dai partner nel privato sono nascoste al pubblico, entrambi sono turbati dalle rispettive capacità di fingere, di ingannare, di compiacere. Questo li porta a sentirsi insicuri rispetto all’onestà dell’altro nel rapporto di coppia. I due hanno preso coscienza di quanto il partner sia capace di mentire a tutti. Li assale la paranoia, il dubbio di essere caduti in un analogo inganno. Ognuno dei due si ritiene depositario della corretta visione dell’altro: “solo io so chi sei tu davvero”. Questa idea viene utilizzata per produrre un dubbio, un senso di estraniazione e incertezza rispetto a sé.

Malcolm durante il suo discorso di presentazione della pellicola si è dimenticato di ringraziare Marie, sebbene abbia ringraziato praticamente tutti gli altri. Si scusa immediatamente e ripetutamente, crede che il problema sia stato superato. Marie che inizialmente non era troppo offesa, durante il party che segue la proiezione inizia a dubitare delle reali intenzioni di Malcolm. La sua capacità di perdonare è stata troppo automatica. Viene spinta a rivalutare l’accaduto durante il confronto con tutte le persone che l’avvicinano nel corso della serata per dirle di non essere troppo dispiaciuta per il torto da lei subito.

I due entrano in una dinamica persecutoria, che li conduce a soffermarsi sugli aspetti più critici della serata e del loro rapporto. Dapprima Malcolm accusa Marie di voler rovinare ogni momento felice per lui, sottolineando quanto sia distruttiva. Marie lo accusa di pensare solo a se stesso e darla per scontata. Dopo un acceso diverbio, nel quale Malcolm accusa Marie di essere pazza, lei gli domanda di riconoscere il valore del loro rapporto nella costruzione della sua autorealizzazione, e lui riesce a valorizzare il contributo di Marie per il suo lavoro artistico e, riconoscendolo, i due riescono a sintonizzarsi nuovamente. Il terrorismo emotivo di Malcolm nei confronti di Marie è basato su una rappresentazione ambivalente di una parte della ragazza guidata dai suoi istinti più distruttivi, accanto a cui è presente anche una versione più sensibile di lei, che sa prendersi cura di lui e aiutarlo. Il terrorismo emotivo di Marie nei confronti di Malcolm assume la stessa forma.

Possiamo osservare nelle aggressioni reciproche uno stereotiparsi e impoverirsi della rappresentazione dell’altro: Marie diventa “solo” una pazza invidiosa mentre Malcolm diventa “solo” uno stronzo egoista.

La tregua dura poco, perché mentre Marie dichiara di volersi prendere cura di Malcolm e proteggerlo dalle lusinghe del successo ne demolisce il futuro, ne svaluta le qualità artistiche e gli dice che non riuscirà a produrre più nulla di bello, fino a farlo sentire perduto senza di lei. Malcolm, ride e prova a stare allo scherzo, è attratto sessualmente da Marie. L’ammira ed è eccitato da lei, dal suo sguardo feroce sull’esistenza umana, dalla sfida che esprime. Marie oppone una resistenza emotiva alle sue avances, sfugge, ma alimenta il suo desiderio. Malcolm cerca di sedurla elencando le sue qualità e nello stesso tempo provando a sostenere il lavoro di Marie come attrice, ma in pratica ne sottolinea la disastrosa fine professionale. A questo punto i due entrano in una dimensione ripetitiva, dove si allontanano nuovamente.

Quando si confronta con le sue scarse aspettative, la sua apatia, la sua difficoltà a mantenere una direzione nella vita, Marie si isola. Fuma una sigaretta, mostrando un comportamento compulsivo in risposta alle ferite alla sua autostima, da cui riemerge con attacchi aggressivi. Quando viene ferito Malcolm beve alcolici, urla e si dimena.

Marie scompare nella notte, mentre Malcolm la cerca lei si nasconde in giardino. Quando torna in casa, Marie accusa Malcolm di essere così bisognoso di attenzioni da aver sabotato la sua carriera di attrice. Nello stesso tempo Marie esprime il bisogno che Malcolm sia geloso di lei, riconoscendo solo nell’insicurezza i segnali di un attaccamento. La lite ricomincia in camera da letto. In un lungo monologo Malcolm le rinfaccia di esserle stato sempre accanto nei suoi tentativi di disintossicarsi, di averla accompagnata per anni nelle cliniche e alle terapie di gruppo, di averla aspettata a casa anche quando lei lo tradiva e non voleva più avere rapporti sessuali con lui, di averla supportata anche perché temeva per i suoi tentativi autodistruttivi. Malcolm teme che se Marie non riuscirà a trovare la forza per impegnarsi nel lavoro continuerà a rovinare ogni momento di successo per lui.

Il tradimento di Marie avviene in un momento in cui Malcolm stava facendo di tutto per sostenerla nel suo percorso di disintossicazione. I due agiscono un rovesciamento dei ruoli, in cui Malcolm è arrabbiato per il mancato riconoscimento del contributo che lui ha dato alla vita di Marie, impedendole di autodistruggersi. Marie non riesce ad esprimere alcuna gratitudine, si sente umiliata, si indurisce.

Quando Malcolm riesce a ferire profondamente Marie, i suoi tentati di riparare vengono quasi sempre respinti da lei. Nello stesso tempo Marie non sembra capace realmente di apprezzare il lavoro di Malcolm, il suo impegno, la sua originalità. Marie lo accusa di essere vuoto, mediocre, privilegiato, figlio di una psicoterapeuta e di un professore. Per questa ragione, secondo Marie, Malcolm non ha nulla da raccontare. Il messaggio è per entrambi: “tu non può realizzare niente senza di me”. Marie sarebbe un’aspirante attrice impasticcata, Malcolm sarebbe un presuntuoso regista dei film commerciali e vuoti della Lego.

Ritorna in primo piano la paranoia, Marie accusa Malcolm di rubare la storia della sua vita e di esserle stato accanto sin dal principio per poter vivere dei sentimenti che non era in grado di provare, allo scopo di costruirsi un’esperienza artistica di disagio sociale che gli mancava e rendere veri i suoi personaggi. Entrambi si accusano di essere dei parassiti, colorando la dipendenza reciproca e il contributo costruttivo alla vita del partner con toni malevoli e subdoli. Mettono in discussione la natura del loro legame enfatizzandone gli aspetti patologici.

Dato l’uso denigratorio delle vulnerabilità del partner, Marie si dichiara pentita di aver confidato troppo di se stessa a Malcolm, avendogli svelato le sue esperienze più intime, incluso il tentato suicidio con le forbicine. In sintesi, Marie riformula tutta la sua sofferenza di tossicodipendente come un dono per Malcolm. Malcolm dovrebbe ringraziarla per le esperienze di dolore che lei gli ha causato, in quanto attraverso un processo creativo lui è riuscito a trasformarle in arte.

Malcolm definisce l’alibi di Marie come il tentativo di incolpare lui per i suoi fallimenti. Malcolm accusa Marie di non impegnarsi abbastanza, malgrado il talento, per questa ragione non riesce ad apprezzarla professionalmente. Malcolm non crede in Marie, nelle sue capacità professionali che sono limitate da un forte disfattismo e molta apatia, tanto quanto Marie non crede in Malcolm e nella sua creatività e lo definisce un “ciarlatano” capace solo di imitare. La dimensione delle svalutazioni reciproche è simmetrica. Il contesto in cui Marie lo demolisce come regista avviene nella serata più importante della sua vita. È un momento di fragilità per Malcolm che attende trepidamente la pubblicazione delle recensioni del suo film, quello che dovrebbe dare un senso ai suoi sforzi.

Segue una scena in cui Marie si rilassa, fa un bagno, mentre Malcolm si lascia andare ad un esagerato accesso di rabbia all’esterno di casa. I due sono lontani, le ferite dell’uno corrispondono alla calma per l’altra. Vincere o perdere il confronto determina gli stati mentali dei due partner, che in questa fase sono complementari.

Malcolm torna in casa e seduto vicino alla vasca elenca tutti gli episodi della sua vita che hanno ispirato le scene del film, malgrado Marie sia portata a pensare che tutto ciò che Malcolm produce dipenda da lei. Marie sorride ostentando impassibilità. Malcolm ha avuto diverse relazioni, molte delle quali con ragazze tossicodipendenti, una di loro è morta. Questo fa supporre una ripetitività nella scelta delle partner da parte di Malcolm che è attratto da ragazze disturbate, instabili e sofferenti che cerca di salvare.

Malcolm pensa che Marie sia così distruttiva nei confronti del suo lavoro di regista perché ha bisogno di controllarlo, e se rimane insicuro lui avrà bisogno di lei. Malcolm le dice: “tu vuoi il controllo, perché non riesci a immaginare che io stia con te solo perché ti amo”. Malcolm le fa una lunga e appassionata dichiarazione d’amore piangendo a cui Marie non risponde. Marie non riesce a esprimere né con le lacrime né con le parole il suo affetto per Malcolm, cerca di mantenere l’autocontrollo in sua presenza per poi piangere quando lui va via.

Dopo una lunga pausa i due si ritrovano seduti in giardino dove Marie fa un tentativo di riavvicinarsi a Malcolm che è ancora arrabbiato. Malcolm non sembra disposto a riavvicinarsi. Escono le recensioni del film e la lite viene sospesa. La coppia si ricostituisce unita di fronte al giudizio della critica dell’LA Times. Possiamo osservare questo rapido passaggio, in cui il funzionamento dei due può risintonizzarsi solo per mezzo di un terzo, spesso introdotto dalla musica e dalla critica dell’LA Times verso cui fare fronte comune. I due collaborano, tornano a funzionare come coppia, possono mettere da parte il conflitto tra loro.

Malcolm è stanco dopo un lunghissimo monologo contro il concetto stesso di critica cinematografica, Marie si è calmata. È nell’essere uniti contro il resto del mondo che i due si sostengono a vicenda. Marie torna a criticare Malcolm e l’industria cinematografica “sono una puttana?” chiede Malcolm, “precisamente”, “ti amo”, “non manipolarmi”. L’intesa li porta ad un’approccio sessuale, ma mentre Malcolm va in bagno Marie torna ad angosciarsi. La rivalità nella coppia torna in primo piano. Il successo di lui adombra lei, che gli chiede: “perché non hai preso me?” riferendosi alla scelta di Taylor per il ruolo di protagonista. Marie lamenta il fatto di non essere nelle condizioni di trasformare creativamente la propria storia perché Malcolm l’ha fatto per entrambi. Marie afferma che sarebbe stata più brava di Taylor nell’interpretazione.

Ogni volta che i partner riprendono il conflitto lo trasformano e lo ripetono come una variazione allo stesso tema conflittuale. Malcolm aveva proposto a Marie di fare il provino per la parte della protagonista del film, ma Marie non ci ha provato, malgrado lo desiderasse. Marie non riesce ad assumersi la responsabilità delle sue scelte e attacca Malcolm, lo accusa di non volere dividere il successo con lei. La discussione si accende intorno al valore dell’autenticità nella produzione artistica, che Marie avrebbe potuto aggiungere interpretando il personaggio di Imane. Malcolm sostiene che l’autenticità sia impossibile da comunicare in modo diretto nel cinema, e che le performance autentiche ma senza prospettiva si trovano su YouTube. Il loro modo di litigare è molto intellettualizzato, sembrano discutere di arte, mentre più profondamente sono impegnati in una competizione narcisistica su chi sia la persona di maggior valore tra i due. A questo punto i due si urlano l’odio reciproco. Si allontanano.

Malcolm si sta rilassando sdraiato a terra, quando Marie irrompe con il coltello in mano lo minaccia. Sta interpretando una scena del film con intensità: “dimmi dove sono le pillole!” Malcolm è molto colpito dal suo talento, eccitato le si getta i piedi e comincia a baciarli dichiarando il suo profondo amore. Ammirato, Malcolm pensa che tutta la notte di follia sia stato un modo per convincerlo che Marie sarebbe stata meglio di Taylor come interprete del film. Film che con lei sarebbe stato migliore.

I due si riavvicinano e la tensione sale, Marie solidarizza con la critica dell’LA Times, che vede in Malcolm un uomo che manca di sensibilità femminile ed eccede con i dettagli erotici. Ricomincia ad attaccarlo, lui cerca di sottrarsi. Marie confronta Malcolm con la sua aggressività, la sua megalomania, la sua mancanza di autocritica e si dichiara l’ultima superstite, l’ultima persona rimasta accanto a lui. Marie ricorda a Malcolm come dal giorno della sua overdose al mercato lui sia stato la sua ancora di salvezza, così come Marie lo è stata per lui. Nel film Marie rivede la loro storia di amore, minacciata dalla droga e il loro tentativo di salvare il loro rapporto e loro stessi. Anche in passato il loro rapporto aveva raggiunto un buon funzionamento mentre i due si trovavano uniti contro la droga, la loro relazione esprimeva il meglio per entrambi. Marie era riuscita a disintossicarsi e Malcolm a dirigere il film.

La notte si conclude dopo un lungo monologo in cui Marie ricorda a Malcolm tutti i gesti e le attenzioni che ha avuto per lui, attraverso cui lo aiuta ad essere una persona migliore, nel modo in cui lei avrebbe voluto essere ringraziata. Questo monologo ripete simmetricamente quello di Malcolm in camera da letto. Ancora una volta Marie ricorda a Malcolm il suo contributo alla loro relazione e al film che è nato grazie a questo rapporto. Il film potrebbe rappresentare il frutto della loro relazione, il frutto del loro amore. Marie sottolinea il suo ruolo genitoriale, accudente e paziente nei confronti di Malcolm durante la gestazione. Una volta messo al mondo il film, Malcolm ha voluto tenerlo solo per sé, malgrado l’amore dichiarato per Marie.

“Mi dispiace, grazie” dice Malcolm, “figurati” risponde Marie prima di addormentarsi. Al risveglio, il mattino seguente Marie si è nuovamente allontana, il film si chiude senza una soluzione, ma lasciando la coppia alla loro perpetua dinamica di rottura e riparazione. Malgrado Malcolm e Marie si ritrovino spesso incagliati nelle ferite del disconoscimento e della svalutazione, gradualmente la coppia continua a migliorare il riconoscimento reciproco e la comprensione del valore della loro relazione per l’autorealizzazione di entrambi.

Torino, 14 Febbraio 2021

Daniele Paradiso