Domenica 17 Novembre sono stato invitato a una discussione pubblica insieme al Prof. Roberto Escobar dal dott. Marco Sassoon, psicologo fondatore dello Sportello Tiascolto Milano, in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Milano e l’Associazione Fortitudo nella suggestiva cornice dell’Heracles Gymnasium.

La discussione ruotava  intorno alla recente pubblicazione di un testo poco conosciuto di Robert Eisler del 1948 dal titolo L’Uomo diventa Lupo, Adelphi, 2019, 408 p. Il nostro intervento era parte di Bookcity Milano, la manifestazione culturale che ha portato i lettori a scambiarsi idee e informazioni.

Insieme al pubblico, abbiamo discusso del tema dell’origine della crudeltà, le sue funzioni antropologiche, l’eredità che l’uomo moderno ha ricevuto dai suoi progenitori.

L’ipotesi di Eisler è supportata da una raccolta di materiale impressionate per varietà e suggerisce una trasformazione sofferta, la caduta, dell’uomo avvenuta in seguito ai cambiamenti climatici antidiluviani. Per sopravvivere l’uomo ha coscientemente indossato la maschera del lupo e, imitando i predatori, si è trasformato nel più temibile dei cacciatori fino a perdere qualsiasi contatto con i suoi antenati frugivori. La memoria archetipica dell’orgia di sangue avrebbe garantito il dominio dell’essere umano sugli altri animali.

Eisler sostiene la sua ipotesi con cura allo scopo di lanciare un messaggio ottimistico. Sopravvissuto a due guerre mondiali e ai campi di concentramento nazisti, contrastato dai suoi contemporanei, provato dalle avversità politiche, economiche e sociali, l’autore si adopera per indicare una via pacifica per un ritorno ad una natura umana più mite.

Nel corso del dibattito in sala è emerso un diffuso scetticismo. Benché l’ipotesi di Eisler sia molto stimolante è apparso ai più un cammino idealizzato orientato dalla nostalgia. Dopo aver discusso del ruolo delle perversioni in rapporto alla cosiddetta normalità abbiamo condiviso come la violenza possa spesso assumere non la maschera del lupo, ma quella del gregge conformista.

Abbiamo affrontato il rapporto tra gruppi, le tensioni legate alla paranoia, all’attrazione per la politica esercitata da personalità psicopatiche assunte a ruolo di leader. Il branco dei cacciatori o il gregge delle prede sono similmente governati da processi di lotta per la sopravvivenza, una guerra implicita nascosta in una metafora binaria del regno animale.

Infine abbiamo analizzato il ruolo dell’empatia per la costruzione di una convivenza più pacifica e la risoluzione transitoria dei conflitti. Probabilmente, gli uomini dovranno sempre lottare, uniti o in contrapposizione tra loro, per sopravvivere in un mondo soggetto a continue catastrofi.

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BCM19 13 — 17 Novembre 2019 Torna BookCity Milano